Benvenuti a Matera

Cenni Storici su Matera

Benvenuti a Matera, la città eterna, il più antico insediamento urbano in cui la vita scorre ininterrottamente dalla Preistoria fino ai giorni nostri. Secondo gli storici infatti Matera detta anche la città Millenaria, rappresenta il più antico insediamento abitato della storia. La presenza dell’uomo in queste terre risale alla notte dei tempi, circa diecimila anni fa, quando i primi uomini primitivi si insediarono sulla Murgia materana.

Analizzare la storia di Matera equivale ad affrontare un percorso millenario che si snoda attraverso svariate epoche storiche. Proveremo a tuffarci brevemente in questo straordinario racconto che vedrà Matera sfidare il tempo e vincere la propria sfida divenendo prima Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO nel 1993 e in seguito Capitale Europea della Cultura per il 2019.

La storia di Matera è antichissima, la città ha vissuto numerose vicissitudini travagliate che l’hanno portata ad essere estremamente povera, un luogo in cui il tasso di mortalità infantile era tra i più alti d’Italia. Nei rioni Sassi i materani condividevano la lotta per la sopravvivenza con gli animali, questi ultimi erano considerati importanti a tal punto da abitare insieme alle persone in grotte adibite a case spesso di dimensioni molto anguste, con famiglie che il più delle volte superavano le dieci unità.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale lo scrittore Carlo Levi, con la sua opera “Cristo si è fermato ad Eboli”, e successivamente il leader del partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti sollevarono per la prima volta in ambito nazionale la questione di Matera città estremamente povera ed arretrata. Carlo Levi di Matera scriveva “Arrivai ad una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera…solo terra e pietre battute dal sole…la forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati…Questi coni rovesciati si chiamano Sassi…Hanno forma con cui a scuola immaginavo l’inferno di Dante. E cominciai anch’io a scendere per una specie di mulattiera, di girone in girone, verso il fondo…Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone: ognuna di esse ha davanti una facciata, alcune sono anche belle, con questo ornato settecentesco. Le porte erano aperte per il caldo…Alcune non hanno neppure quelle, si entra dall’alto attraverso botole e scalette. Dentro quei buchi neri vedevo letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Così vivono ventimila persone. Di bambini ce n’era un’infinità. In quel caldo in mezzo alle mosche, nella polvere spuntavano da tutte le parti, nudi del tutto e coperti di stracci. Io non ho mai visto una tale immagine di miseria”.

La pubblicazione del libro ebbe un grande riscontro a livello nazionale e, naturalmente, lo scenario sopra descritto risaltò agli occhi di tutta la classe intellettuale di quel tempo. Il racconto assurse a denuncia della condizione di degrado che investiva all’epoca tutto il Meridione e i Sassi divennero il simbolo negativo di ciò che di arretrato esisteva in Italia.

Alla denuncia di Carlo Levi, seguì quella politica di Togliatti che in visita a Matera non esitò a definire, senza mezze misure, il capoluogo lucano “Vergogna nazionale“.

I tempi erano ormai maturi affinché si affrontassero con decisione i problemi che affliggevano la città. Ne era consapevole il capo del Governo Alcide De Gasperi che il 23 luglio 1950 decide di visitare Matera e nel 1952 firmò la Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi. Seguirono diversi decenni di abbandono e degrado e per raggiungere l’obiettivo finale della riqualificazione degli antichi Rioni ci vollero altre leggi speciali, fino ad arrivare all’ultima del 1986 che segnerà il percorso e il futuro della città.

A partire dagli anni ’80 quindi, prende corpo a Matera una straordinaria operazione di rivitalizzazione di una città morta, abbandonata.

Una operazione di restauro urbano che, come in tutti i restauri ha fatto riemergere, con sempre maggiore chiarezza, la qualità delle architetture che definiscono l’insediamento urbano dei Sassi, e le regole che ne hanno determinato il disegno; qualità spesso nascoste, offuscate, negli ultimi due secoli, dalla patina del degrado e dell’abbandono.

Il recupero e il restauro degli antichi rioni ha provocato nella collettività materana una radicale inversione di tendenza, una vera e propria rivoluzione culturale nei confronti di un patrimonio storico-urbanistico considerato a lungo, e fino a pochi anni addietro, soprattutto vergogna da dimenticare.

E’ proprio questa rivoluzione culturale che porterà negli anni  alla rinascita e al riscatto della città di Matera, inclusa nel 1993 nella “World Heritage List” dell’ UNESCO.

In meno di mezzo secolo quindi una vergogna nazionale è salita al rango di bene prezioso internazionalmente tutelato e, come si vedrà più avanti, altri riconoscimenti di portata internazionale saranno riconosciuti alla umile ma fiera città dei Sassi.

Matera dunque, terza città più antica al mondo ad essere abitata dopo Aleppo e Gerico, con insediamenti risalenti a circa 10.000 anni fa,  non ci stà a esser relegata a “vergogna nazionale” e dopo la consacrazione avuta nel 1993 con l’iscrizione nella lista dei siti UNESCO, il percorso di riqualificazione e valorizzazione non si ferma; ormai un’intera comunità è in fermento e ha iniziato a prendere coscienza delle proprie potenzialità.

Oggi Matera si presenta al mondo come il fiore all’occhiello dell’Italia meridionale e di tutta la nazione, un esempio concreto di riscatto sociale. La città produce cultura grazie ai numerosi musei ed alle tante attrazioni presenti, le mostre nei Sassi, le innumerevoli testimonianze storiche, dai villaggi trincerati alle chiese rupestri, che ci aiutano a comprendere meglio l’evoluzione umana.

La città dei contrasti è un disarmante inno alla bellezza della vita, nonostante gli stenti di chi l’ha vissuta, un groviglio di grotte intervallate da sfarzosi palazzi, un enorme, stupendo presepe di vita, alternato a magnificenze barocche, un paesaggio sacro che muta a bolgia da inferno dantesco.

I tantissimi visitatori provenienti da tutto il mondo possono vivere l’esperienza unica soggiornando nelle grotte, negli stessi luoghi dove un tempo uomini ed animali convivevano, oggi camere di alberghi e b&b dotate di qualsiasi comfort.

La cucina locale è genuina e squisita, basata sui prodotti tipici che la terra ci dona. Tra le tante prelibatezze della gastronomia materana, impossibile non gustare il magnifico e unico pane di Matera, riconosciuto con il marchio I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta).

Matera viene anche definita la “Gerusalemme d’occidente“, per questo motivo viene scelta dalle produzioni cinematografiche di tutto il mondo come location per le proprie produzioni.

Il 17 ottobre 2014 questo lungo e duro percorso di recupero e rinascita che la città caparbiamente ha fatto, giunge a conclusione con un trionfo, Matera vince infatti il titolo di Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019. Una intera comunità si riscatta, finalmente il lungo e difficile percorso di rinascita giunge a compimento.

Matera quindi diventa  il simbolo del riscatto. Il riscatto di un Sud Italia trascurato, abbandonato, denigrato che ha la forza di rinascere dalle proprie ceneri e di arrivare ad essere una delle perle del Belpaese.

Da “vergogna nazionale” a laboratorio urbanistico e sociologico, da “cultura contadina precaria” a punto di riferimento per la cultura europea, un autentico museo a cielo aperto della straordinaria avventura umana dall’Età della Pietra ai giorni nostri.

Se è vero che “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni” adesso il futuro appartiene a Matera e ai suoi abitanti che hanno visto realizzare il loro grande sogno da dedicare alle generazioni future e, forse in maggior misura,  a quelle passate che nei secoli hanno onorato orgogliosamente la propria terra anche nella povertà più estrema.